Scheda realizzata da Sistema Museo, la società cooperativa che dal 1990 fornisce servizi per la gestione e la valorizzazione dei beni culturali
Il Museo Civico Archeologico e Pinacoteca “Edilberto Rosa” di Amelia si trova in Piazza Augusto Vera all’interno dell’ex Collegio Boccarini, in origine convento francescano risalente al XIII-XIV secolo. La chiesa di San Francesco venne fondata nel 1287, inizialmente dedicata ai santi Filippo e Giacomo. Il chiostro che si attraversa per entrare nel museo è però frutto di lavori successivi, infatti fu costruito intorno al XVI secolo.
L’esposizione museale
Il percorso museale si snoda su tre piani. Nel pianterreno si trova la sezione più antica, che include i materiali dell’antica necropoli pre-romana dell’ex consorzio agrario, scoperta poco fuori le mura cittadine.
La qualità dei reperti rinvenuti, risalenti in gran parte al IV secolo a.C., tra cui specchi, oreficeria e altri oggetti di uso comune, ha permesso di delineare un profilo piuttosto interessante della popolazione che ha abitato ad Amelia fra il IV e il III secolo a.C.
Al primo piano, è presente la grandiosa statua bronzea di Germanico, alta più di due metri, accuratamente ricomposta dopo un lungo e attento restauro curato dalla Soprintendenza Archeologica dell’Umbria e dall’Istituto Centrale del Restauro.
Sempre al primo piano si trovano diversi reperti archeologici, ritrovati prevalentemente nel centro storico, databili fra il I a.C e il I d.C. tra cui are, materiale fittile, capitelli, statue e steli funerarie. Al terzo e ultimo piano, sono conservati i reperti della necropoli romana con iscrizioni e urne funerarie, oltre a frammenti architettonici e decorativi di epoca altomedievale; è anche il luogo della pinacoteca, che custodisce opere pittoriche che vanno dal XVI al XVII secolo.
Tra queste, la tavola di uno dei più grandi artisti umbri del Rinascimento, Piermatteo Manfredi detto d’Amelia. Nella pala è raffigurato Sant’Antonio Abate, seduto su di un trono, su fondo dorato ed è datato nel 1474.
Il Germanico
Era il 3 agosto del 1963, poco distante da Porta Romana, durante dei lavori iniziarono a emergere da sotto terra vari frammenti bronzei, tra cui una testa. Si trattava di Nerone Claudio Druso, ovvero Giulio Cesare Germanico, nipote di Tiberio.
La statua risale al I sec. d.C., ed è stata realizzata attraverso la fusione a cera persa, Germanico è abbigliato come un generale trionfante, nella tradizionale posa dell’adglocutio, il gesto che precedeva il discorso pronunciato dall’imperatore o generale nell’età Imperiale.
Sopra la corazza è rappresentato, con raffinata fattura, l’“Agguato di Achille a Troilo”; si pensa che Germanico fosse legato alla tragica fine di Troilo poiché entrambi amati e belli, morirono in condizioni drammatiche. Germanico sarebbe dovuto diventare il terzo imperatore di Roma dopo Tiberio, ma morì precocemente il 10 ottobre del 19 d.C.
Nello stesso piano del Germanico, nel 2021 è stata aggiunta una nuova teca in cui sono presenti alcuni resti bronzei che componevano la statua e che per le loro condizioni non è stato possibile ricollocarli, al loro posto, sulla statua, ci sono delle copie.
Dal 2001, anno dell’inaugurazione dello spazio museale, ci sono state continue evoluzioni, sia nell’allestimento per l’arrivo di nuovi reperti che per l’inserimento di nuovi dispositivi multimediali che facilitano la fruizione del museo e della statua come quello proiettato intorno al Germanico, realizzato in occasione del cinquantesimo anniversario dal ritrovamento della statua.
Lungo il percorso museale c’è il video della ricostruzione 3D della città di Amelia in epoca imperiale, e ancora, nel 2019, per le celebrazioni del Bimillenario della morte di Germanico, è stata dedicata un’intera stanza a un’installazione dal titolo “Germanico Cesare… a un passo dall’impero” curata dal prof. Marcello Barbanera, che ripercorre la vita di Germanico attraverso il racconto degli eventi storici e dell’immagine che ci è stata tramandata tramite l’arte e la musica. Insomma, un museo sull’antichità al passo con i tempi!