Il museo Città di Cannara
Alessia Sirci
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Scheda realizzata da Sistema Museo, la società cooperativa che dal 1990 fornisce servizi per la gestione e la valorizzazione dei beni culturali

Il Museo Città di Cannara è allestito all’interno dell’ex convento delle suore Salesiane e conserva una grande raccolta di reperti archeologici provenienti dal vicino sito di Urvinum Hortense risalenti già al paleolitico e al neolitico. Il municipio romano che si erge sulla zona collinare del comune di Cannara è stato oggetto di campagne di scavo discontinue sin dai primi anni dell’Ottocento ma è con le due campagne del 1932 e del 1938 che vengono portati alla luce i principali edifici della città tra cui l’imponente mosaico termale, fiore all’occhiello del Museo.

Il mosaico

Il mosaico si estende per 65 metri quadrati e originariamente era collocato nella vasca del frigidarium di un grande impianto termale pubblico. Risalente al I-II secolo d.C. è realizzato con tessere nere, bianche e rosse raffigura soggetti nilotici; pigmei, coccodrilli, ippopotami, serpenti, ibis e piante esotiche. La particolare conformazione del museo permette di ammirare questo magnifico mosaico da più angolazioni panoramiche; al primo piano, infatti, le sale che ospitano la piccola pinacoteca civica si affacciano su questo reperto raramente visibile in Umbria.

Affiancano il mosaico numerosi reperti di epoca romana; anfore, stoviglie da mensa, lucerne, frammenti architettonici in marmo, piccole sculture e persino frammenti di intonaco dipinti appartenenti a pareti e soffitti di una domus, detta Della donna velata per la figura femminile ammantata che si intravede tra i frammenti. A distanza di millenni questi frammenti conservano ancora il loro colore originario; rosso pompeiano, giallo ocra, rosa e verde acqua.

La Pinacoteca

La Pinacoteca, al primo piano, raccoglie opere pittoriche e scultoree provenienti dalle principali chiese del territorio e da alcuni palazzi nobiliari. Le opere sono tutte a soggetto religioso, raffigurano santi, soprattutto francescani, e immagini sacre. Nella prima sala possiamo osservare due tavole lignee attribuite al pittore assisano Dono Doni e due tele realizzate dal ravennate Francesco Longhi nella seconda metà del XVI secolo e rappresentanti la Visitazione e l’Adorazione dei pastori

Nella sala si possono ammirare anche due statue lignee, una dell’inizio del XVI secolo raffigurante San Michele Arcangelo e l’altra rappresentante una figura femminile in adorazione, del XV secolo. Ma si annovera tra il patrimonio del museo anche un pannello in maiolica derutese blu e rosso di Sant’Antonio da Padova orante verso l’immagine del Bambino del 1756.

La seconda sala, invece, conserva gli affreschi strappati nel 1907 dalla Chiesa della Madonna del Latte di Collemancio. Il ciclo pittorico, datato tra la metà del XIV e l’inizio del XVI secolo, è opera di pittori umbri della cerchia di Tiberio d’Assisi ed è dominato dalla Vergine che, seduta su un trono marmoreo riccamente decorato, con entrambe le mani sorregge Gesù Bambino nell’atto di prendere il latte dal seno destro, scoperto.

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